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Stanze: l’Ascolto nelle carte di Paola Fonticoli

17/05/2024

Un’esplorazione del mondo poetico di Paola Fonticoli, artista che usa materiali semplici come carta e scatole “orfane” che invitano il pubblico a
sostare nell’ascolto di forme e mondi affascinanti.

Stanze. Paola Fonticoli. Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi.
Paola Fonticoli. Stanze. Art Studio Finestreria
Stanze. Paola Fonticoli. Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi.

Stanze: La nascita di una mostra

 

In occasione della mostra personale di Paola Fonticoli presso una galleria milanese nel 2023, la giovane gallerista Claudia Ponzi rimane affascinata dalle opere esposte. Determinata ad approfondirne la conoscenza, prende accordi con l’artista per una visita in studio.
Lo Studio visit è un incontro poetico nel quale si scopre il mondo dell’artista, la storia della nascita di ogni lavoro con un’analisi nella dedizione e passione che l’artista ha conservato nel tempo. Affascinanti per Ponzi gli allestimenti nello studio di Fonticoli che l’hanno portata a cercare di avvicinarsi a quel microcosmo anche all’interno della galleria. 
Nasce così un rapporto di sinergia e reciproca stima che prende corpo oggi nella mostra Stanze allestita con sapienza nella galleria di Claudia Ponzi, Art Studio Finestreria.

Siamo subito attratti dalle linee nitide e dalle forme, a tratti ironiche, che guidano il nostro sguardo in un viaggio in cui la carta regna sovrana. Il titolo della mostra si basa su una duplice interpretazione del concetto di stanza. Da un lato, fa riferimento alle scatole di carta che l’artista utilizza per creare alcune delle opere esposte, trasformandole in spazi minimi, segreti ma aperti all’esplorazione visiva, una sorta di “stanze” in miniatura. Dall’altro, si ricollega alla struttura stessa della galleria e all’allestimento che genera una sequenza di ambientazioni immersive e suggestive, “stanze” appunto, ciascuna delle quali ospita una “famiglia” di opere capaci di creare relazioni inedite.

Come dal racconto di Fonticoli e Ponzi, l’artista è solita raccogliere vari materiali tra cui carte di varia provenienza così come ritagli e scarti di opere non finite e negli ultimi tempi una gran quantità e varietà di scatole, accumulate, queste ultime, sia per una sorta di curioso collezionismo, sia in vista di un utilizzo pratico futuro, sia per salvarle da un’inutile distruzione e sia senza motivo alcuno, cosa che ne ha permesso la loro libera trasformazione e rinascita. 

Attraverso la tecnica del collage, gesti pittorici minimi, ridotti all’essenza e un’attenzione giocosa e piena di stupore per le qualità proprie di ciascun materiale, il lavoro di Paola Fonticoli ci regala paesaggi astratti in cui immergerci, rifletterci e riflettere, abbandonandoci al mistero dei suoi orizzonti geometrici e silenziosi. La carta, materiale su cui Fonticoli ha ultimamente focalizzato la sua attenzione dopo un lungo percorso di sperimentazioni con materiali eterogenei come il legno, la creta e il vetro, rappresenta un elemento di fragilità e trasformazione, nonché il campo artistico per eccellenza. In essa, il silenzio e la luce acquistano una corporeità unica, trasformandosi in sostanza essenziale dell’opera. Fonticoli, attraverso la sua ricerca, sviluppa un’interessante indagine sul vuoto, in un continuo dialogo fra esterno ed interno, fra il chiuso e l’aperto, dove la densità dello spazio crea atmosfere suggestive. Nel lavoro di Fonticoli la relazione fra intimità e limite invita lo spettatore ad esplorare le sue stratificazioni e a mettere in discussione la propria percezione, andando al di là della sfera del sensibile. La carta, manipolata ma mai pienamente alterata nel suo essere, impone a chi guarda un ascolto attento, un’immersione in un mondo di significati sussurrati e simboli velati. In questa danza tra luce e ombra, tra superficie e profondità, si fa spazio una nuova sensibilità: un’intima comprensione che mette in luce le molteplici sfaccettature dell’esistenza.

Paola Fonticoli. Ritratto di Giacomo Tonucci
Paola Fonticoli. Stanze. Finestreria di Claudia Ponzi
Stanze. Paola Fonticoli. Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi.

Storia di Paola Fonticoli

 

Paola Fonticoli si diploma nel 1984 in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Milano; l’anno seguente la Nuova Prearo Editore pubblica la sua tesi di Storia dell’arte dal titolo “Achille Bonito Oliva – La critica d’arte come arte della critica”. La sua prima mostra personale è del 1985.Seguono, fra le altre, quelle di Rio de Janeiro, Milano, Parigi, Kyoto, New York, Bonn, Colonia, Mendrisio, Torino. Partecipa a numerose mostre collettive in Italia e all’estero su invito, tra gli altri, di: Achille Bonito Oliva, Lorànd Hegyi, Elena Pontiggia, Claudio Cerritelli, Francesca Alfano Miglietti, Martina Corgnati, Flaminio Gualdoni, Angela Madesani, Matteo Galbiati.

Questo il racconto dei suoi primi approcci con l’arte: un’infanzia permeata dalla giocosa manipolazione dei materiali semplici, agli anni difficili di solitudine e riflessione, dove ogni gesto, atto di scoperta e creazione, è stato il fondamento su cui si è sviluppato il suo successivo percorso artistico:

“Nell’arte ho trovato la mia salvezza, l’arte mi ha da sempre salvato la vita; tendenzialmente inseguo l’autenticità, la ricerca di senso in ogni cosa, gesto e relazione. La mia ricerca artistica si è sempre rivolta a trovare una voce che fosse essenzialmente la mia, che rispondesse alla necessità interiore che sentivo, cercando di creare la sintonia esatta con quello che facevo. Lavorando in sinergia con mente, occhi e mani ritrovo un mio equilibrio”.

L’artista non si è mai posta il problema di inquadrarsi all’interno di una tendenza, sente di essere vicina all’astrazione semplicemente perché nel suo lavoro mancano riferimenti alla figurazione:

“Non ho etichette, non ho appartenenze, piuttosto ho possibili parole chiave: “gioco” come forma di conoscenza, “leggerezza” come possibilità di togliere peso, artificio, il non necessario. Non ho alcuna intenzione di comunicare “contenuti”, ho le forme che si esprimono da sole e che trovano nel loro farsi il senso di esserci.”

È proprio per questo motivo che l’artista non dà titoli alle proprie opere; lascia libera l’interpretazione perché ama che il suo lavoro sia accogliente, aperto ad ogni sensibilità. 

“Ricerco l’armonia e l’equilibrio; un equilibro “instabile”, sempre pronto e in procinto di trasformarsi, che siano le forme o i materiali. Ogni opera è semplicemente un punto d’appoggio per il mutamento seguente. Nella trasformazione e nel “gioco” che sono alla base del mio percorso, non mi piace appropriarmi di nessuna tecnica; non ho usato quasi mai tecniche codificate, la tecnica l’ho sempre trovata e/o inventata in relazione alle mie necessità e alle qualità proprie dei materiali; appena divento padrona di una tecnica mi sposto per continuare ad avere sorpresa, curiosità, domande. Il mio è un ascolto attento, accurato e vigile di ciò che emerge dal materiale, non è una curiosità che risponde a caso ad ogni richiamo, è una curiosità che prende forma passo dopo passo”.

“Il concetto che precede il fare non mi appartiene, il concetto arriva a posteriori; solo “dopo” mi accorgo del ricorrere e del perdurare di possibili metafore, di una corrispondenza con parole e concetti che incontro nella vita o ritrovo nei libri che leggo. Le parole vengono dopo, il mistero rimane comunque”.

“Qualsiasi vita è di per sé esemplare; il genitore più che quello che insegna è quello che fa; il bambino guarda, vede e ne sente tutte le incongruenze oppure comprende i veri insegnamenti; quindi, anche il cammino dell’arte e di ogni artista è esemplare, per chi ne voglia cogliere il senso. Per me è di riuscire a mantenere uno sguardo vergine sul il mondo, mantenere la meraviglia e lo stupore e nello stesso tempo creare uno spazio aperto, in cui ciascuno possa liberamente elaborare il proprio pensiero e la propria sensibilità”.

Come si evince dalle parole dell’intervista, Paola Fonticoli possiede una profonda sensibilità verso ciò che la circonda, espressa pienamente nelle sue opere e nel rigore straordinario del suo lavoro. Colpisce la sua capacità di trasformazione di materiali semplici in universi unici e affascinanti, testimoni della sua lunga esperienza di ascolto e di elaborazione, pienamente in grado di creare stupore, con semplicità, nel complesso mondo dell’arte contemporanea.

Paola Fonticoli. Stanze. Art Studio Finestreria
Stanze. Paola Fonticoli. Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi.
Stanze. Paola Fonticoli. Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi.

La storia di Finestreria

 

Finestreria è un neologismo creato con l’intento di unire l’intimità dello sguardo sul mondo dalla ‘nostra’ finestra con lo spazio pubblico della galleria alla ricerca di nuovi limiti da osservare e superare.
L’associazione culturale Finestreria ha l’obiettivo di valorizzare, promuovere e diffondere l’arte contemporanea; con impegno favorisce la diffusione di una vasta sensibilità per la cultura e le arti.
Il progetto nato nel 2020 durante la pandemia inizia con un’ open call online chiamata Finestreria, e prosegue con l’attiva dedizione di Claudia Ponzi che dal 2022 porta avanti con passione il progetto. Il nome dello spazio, site specific, richiama l’architettura della galleria che avendo 3 vetrine affaccia direttamente sulla strada.
Claudia Ponzi spicca per la sua effervescente personalità, nonché per la sua professionalità e dedizione al suo lavoro, mostrandosi così come una figura valida ed un punto di riferimento per artisti emergenti e talentuosi e per la comunità culturale milanese.

Laureata in Arti Spettacolo ed Eventi Culturali all’Università IULM di Milano, dove attualmente frequenta la Laurea Magistrale in Arte Valorizzazione e Mercato, Ginevra ha esperienza nel mondo della curatela e della comunicazione. Si occupa per QUAINT Art Magazine della sezione Arte Contemporanea.

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